mercoledì 26 settembre 2012

Report Live: Radiohead - Arena Parco Nord, Bologna


I Radiohead sono per me (e per molti altri) IL gruppo.
Che poi ci si sia appassionati ad altri, si ascoltino mille dischi e si giri l'Italia o l'Europa per vedere concerti, nulla toglie che loro, anche al di là di un ultimo disco, The Kings Of Limbs che è il primo solo buono e non memorabile della loro carriera, rimangano quelli che ti fanno palpitare il cuore in maniera diversa.
Perchè in fondo la band di Oxford è un pò una di quelle storie magiche di un primo amore che non ti ha deluso, come una di quelle coppie che si fidanzano a quindici anni e a settanta ancora si stringono la mano per strada.
Una carriera ormai ventennale senza passi falsi, con molte deviazioni di territorio, sapendo far parlare di sè per la musica e non per gossip o altro, un invidiabile percorso artistico che si incrocia con chi scrive per la terza volta, ad una decina di anni di distanza dalla prima volta.
Allora, a Ferrara, avevo giusti diciotto anni, in quella tipica fase in cui "gli altri sono diversi da me, io invece ascolto i Radiohead anche se non mi capisce nessuno".
Oggi ne ho ventisette e se l'altra volta volta ero arrivato alle nove e mezza del mattino, questa volta (potere della maturità) sono riuscito ad arrivare nel primo pomeriggio.

Giornata calda, a Bologna.
I biglietti presi su W.A.S.T.E. garantiscono (e chi lo sapeva?) un ingresso separato e prioritario insieme a quelli che sono lì dal mattino.
Una piccola corsa di quelle gioiose, serene, per una bella posizione poco sotto al palco e poi una attesa tra chiacchere e letture ci porta dritti alle otto passate, quando arriva sul palco Caribou.
Su cui spendiamo poche righe: un live breve, quattro elementi e alcuni suoni campionati per un live che non mi ha convinto troppo.

Al di là che la presa sul pubblico è buona, specie quando parte la cassa in maniera decisa (funziona sempre) ci sembra che i lampi sentiti su disco (meno di quelli amati da molta stampa però) arrivino poco e non vi sia nulla di indimenticabile in questa mezzora.
Peccato.

E siamo alle 21.30, praticamente puntuali, salgono i cinque Radiohead, con quest'anno in aggiunta nientemeno che Clive Deamer (batterista dei Portishead).
Partenza energica: Lotus Flower - Bloom - 15 Steps sono un ottimo inizio ed è bellissima la scenografia, piena di luci e con dieci schermi fluttuanti pronti a disporsi in posizioni sempre diverse e a illuminare la scena.
Con Bloom, poi, si conferma l'impressione letta quà e là: i brani di The King of Limbs, a parte forse Little By Little, suonano parecchio meglio dal vivo, arricchiti e potenziati.
Vedi anche Morning Mr Magpie, potente ed emozionante.

Ma ad essere onesti, siamo ancora in fase di rodaggio, c'è ancora troppo cantare isterico nelle file dietro di noi.
A mio parere, cambia tutto da Pyramid Song in poi.
Esatto, Pyramid Song, suonata raramente nei tour e invece eccola qui, traccia numero dieci, in tutta la sua bellezza inarrivabile e che fa parte di una tripletta indimenticabile: Pyramid Song - You And Whose Army? - I Might Be Wrong, direttamente da Amnesiac, disco strepitoso e consumato all'epoca.
Dobbiamo ancora riprenderci che si arriva direttamente (dopo una Planet Telex d'annata) ad un'altra tripletta Feral-Little By Little e soprattutto Idioteque che se non ha più la novità dalla sua, si conferma brano cardine del live Radiohead.

Prima pausa: possibile che stiano suonando da quasi un'ora e mezza? Sembrano dieci minuti.
Si diceva di salti di qualità e il primo Encore ne fa un'altro.
Cinque brani: Give Up The Ghost e Exit Music non fanno volare mezza mosca in un'arena con ventimila persona (grazie Thom) The Daily Mail - Myxomatosis - Paranoid Android animano invece ogni persona presente.
E infine l'ultimo passo di qualità.
Perchè House Of Cards, Reckoner e una chiusura con una True Love Waits, b-side d'annata che introduce Everything in it's Right Place a degna chiusura di un grandissimo concerto.

Un concerto, giusto dirlo ora, che ha goduto di una straordinaria serenità della band, divertita e giocosa con un Thom sempre più, mai come ora, istrione, ballerino, uomo maturo divertito e consapevole del suo ruolo.
Insomma, concertone, conferme in piena regola per una band che è ancora sulla vetta, non si sa come, per qualità e quantità di fan (quattro date in Italia a 20-30mila persone sono qualcosa di incredibile).
Non resta che augurarsi che non finisca mai, questo amore.

Setlist

01. Lotus Flower
02. Bloom
03. 15 Step
04. Lucky
05. Kid A
06. Morning Mr Magpie
07. There There
08. The Gloaming
09. Separator
10. Pyramid Song
11. You and Whose Army?
12. I Might Be Wrong
13. Planet Telex
14. Feral
15. Little by Little
16. Idioteque
encore #1:
17. Give Up the Ghost
18. Exit Music (for a Film)
19. The Daily Mail
20. Myxomatosis
21. Paranoid Android
encore #2:
22. House of Cards
23. Reckoner
24. True Love Waits/Everything In Its Right Place




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